I Plebei

Un tempo lontano, quando un solo lustro separava la vecchia era dal terzo millennio, nel Borgo Lagarino detto La Villa, in prossimità del Villaggio consacrato alle Noci e dove centinaia di streghe persero la vita purificate dal fuoco, un non meglio definito figuro, di stracci vestito ed equipaggiato con un’esacorde da passeggio, decise di dare vita a quella che sarebbe divenuta la longeva Band nomata “I PLEBEI”.

L’indigente figuro, non poteva sapere che di lì a poco sarebbe iniziato un lunghissimo viaggio, un viaggio senza ritorno verso ignote rotte musicali costruite da originali verbi, un continuo procedere del Custode della Quintessenza alla ricerca di quattro Elementi fondamentali: Acqua, Fuoco, Terra ed Aria.

È così che I PLEBEI presero via via forma e carattere tramite volontà e ricerca; la volontà era il viaggio e la ricerca lo scopo. Gli arditi lettori proseguino pure oltre, i restanti invece farebbero bene ad occuparsi di questioni più semplici e meglio confacenti a ciò che piace ai loro intelletti. Procediamo per gradi dunque:

Come dicevo, il viaggio sarebbe stato lungo perché la ricerca degli Elementi non fu affatto facile, infatti il portatore iniziale del Verbo Plebeo, durante la sua ricerca, brancolava nel buio; egli non sapeva proprio da dove cominciare e soprattutto non sapeva cosa cercare. Poi però, la fortuna ebbe la compiacenza di rivolgere il suo sguardo sulla Terra del Tridente, nei pressi di un ridente villaggio detto “dei Mori”.

In quel tempo, nel villaggio summenzionato, viveva un sinistro mago chiamato Gurualdo Danaroni; un falegname mutaforma in grado di infondere luce e conoscenza attraverso l’arte dell’evocazione. Il portatore del Verbo non si fece sfuggire l’occasione di interrogarlo e fece bene, perché fu proprio grazie a Danaroni che poté fare la conoscenza di Sua Eminenza “Luccifugo Rofocalae”.

Quando Gurualdo evocò questo Spirito, il portatore del Verbo seppe di essere anche il Custode della Quintessenza, quindi ricevette un nuovo nome. Adesso si chiamava “Calogero fu Focaluci” e scelse “Gurualdo Danaroni” come primo portatore dell’Acqua, equipaggiandolo con un Tetragravicorde Verticale, fabbricato e confezionato dallo stesso Danaroni nella sua falegnameria.

Su indicazioni di Sua Eccellenza Rofocalae dunque, i due Plebei partirono alla ricerca del Fuoco. Dapprima esplorarono le terre del Nord fino alla Valle Augusta, per poi spostarsi sulle Terre dei Latini, terminando così la loro ricerca nella calda e deserta Trinacria a Sud.

Come risaputo, per tenere viva una fiamma è necessario munirsi di mantice affinché l’aria prodotta vada a nutrire il fuoco novello. Per questo banale motivo, i due PLEBEI si misero subito alla ricerca di un noto fabbro della zona, un certo “Zibbonio” della ditta “Berretti”. In giro si diceva che quell’artigiano era il migliore di tutti perché possedeva un portentoso mantice il quale, come per una strana magia, teneva le fiamme sempre vive ed ardenti anche in mancanza di combustibile.

L’officina dei “Berretti” stava nel sottosuolo, ma l’unica via d’accesso si trovava all’interno di un famoso locale pubblico abbandonato: “La Locanda del Viandante”. I due PLEBEI vi entrarono, dopodiché imboccarono un cunicolo guidati dal lontano rumore metallico prodotto da incudini percosse da martelli. Giunti nell’immensa cella di un’antica segreta, il Custode della Quintessenza scelse Zibbonio Berretti come unico Portatore del Fuoco e lo equipaggiò con un Vibrafono a Soffietto, fabbricato e confezionato dallo stesso Zibbonio nella sua officina. I tre PLEBEI dunque s’incamminarono ancora una volta alla ricerca dell’Elemento successivo: Il portatore della Terra!

A quel tempo, il candidato primo Portatore della Terra viveva nelle Lande dei Petruzi, una distesa confinante con le terre dei Piceni a Nord, quelle dei Sanniti a Sud e dei Latini a Ovest. Il suo nome era “Veluccio Rabbonelli”, ma fu difficile per i tre PLEBEI rintracciarlo per via della sua consuetudine nello spostarsi rapidamente da un luogo all’altro senza essere veduto da alcuno.

Dopo molte lune ad inseguirlo, fu trovato in un bagno pubblico e per intercessione di Sua Maestà il Rofocalae, Veluccio seppe di essere il primo Portatore della Terra. Fu così che il Custode della Quintessenza lo scelse, equipaggiandolo con Cilindri a Percossa ricavati da Silicio e pelli umane. 

Affinché la ricerca giungesse a termine, era necessario però trovare l’ultimo elemento, un certo “Cateno”, appartenente ad un’antica famiglia di speziali che si guadagnava da vivere tramite il commercio ambulante tra il Regno delle Sardine e l’Impero dei Leoni Alati.

L’ultimo Elemento fu raggiunto da I PLEBEI nei pressi delle Valli di Venere, all’imbocco Sud che dava accesso alle terre del Tridente. Il Portatore del Verbo gli cedette la sua Esacorde da Passeggio la quale, nelle mani di Cateno tramutossi in Esacorde Solitaria. Fu così che Sua Magnificenza Luccifugo conferì a Cateno Erbolini la nomina di Portatore dell’Aria.

Quando la Band fu finalmente al completo, peregrinò per molti anni attraverso i territori del Nord riscuotendo notevoli successi e convertendo molte genti al Plebeismo, ma un giorno Sua Altezza Luccifugo Rofocalae, convocò tutti e cinque gli Elementi per dare notizia che il Tempo Primo stava per volgere al termine e che sarebbe stato necessario avviare una nuova ricerca per Terra e per Acqua. Così avvenne!

Il primo Portatore dell’Acqua cedette il Tetragravicorde Verticale ad un coltivatore di riso alla periferia del Villaggio “dei Mori”. Egli rispondeva al nome di Coluccio Perticoni e divenne così il secondo Portatore dell’Acqua. Il primo Portatore della Terra, invece, cedette con le stesse modalità i Cilindri a Percossa ad un maestro artigiano di Rimini chiamato Saulo Trulli, il quale divenne a tutti gli effetti il secondo Portatore della Terra.

La nuova Band così formata continuò la sua missione proselitistica attraversando colline e valicando le Vette del Nord. Nel frattempo alcuni magnati, tra cui il Marchese degli Ulivi e l’imprenditore Innocenzio Gloria di Monza, nel tentativo di dare maggior lustro al nome de I PLEBEI, si contesero l’esclusiva con Lamberto Magno D’Este e Teodorìco degli Uberti, ma solo questi ultimi ebbero la meglio. Cominciò così una lunga collaborazione rafforzata maggiormante da un ultimo magnate: “Rosario Cìppoli di Cremona”.

Alle porte del terzo millennio, il secondo Portatore della Terra fu rimpiazzato dal minatore marchigiano Onofrio detto il “Dinamite” e poco dopo anche Coluccio Perticoni lasciò il posto ad un terzo Portatore dell’Acqua: “Diòmede Rùpio Mèndici”.

Dopo una serie di sfortunate vicissitudini, Sua Magnificenza “Luccifugo Rofocalae” riportò all’equilibrio la Band, modificando il campo quantico, affinché I PLEBEI potessero trovare il quarto portatore dell’Acqua “Profezio Petris”, intento a predicare sulle rive del fiume Adige. Egli, poco prima di essere scelto, ebbe una visione in cui si vide pescatore presso il Borgo della Risacca. In sogno gli divenne subito manifesta la sua nuova vita legata alle profonde vibrazioni dell’acqua.

Fu così che, tramite Sua Grazia “Luccifugo Rofocalae”, la profezia si fece carne, proprio come avvenne per un certo “Pietro” considerato santo dai seguaci di “Joshua”, una comunità volgarmente conosciuta come “Cristiani”. Cosicché il “Tetragravicorde Verticale” mutò il suo aspetto palesandosi come “Esagravicorde Orizzontale”.

Contemporaneamente anche Onofrio non resse all’onere di portare la Terra come fardello, quindi l’Illustrissimo Luccifugo catturò un pellegrino zelota e lo nominò “quarto Portatore della Terra, Duca di Caanan, Signore degli Zeloti nonché Conte di tutte le Terre del Nord”. Da allora fu chiamato “Scrimezio Genesio de Tibia II” ed i Cilindri a Percossa lo strumento prosilitistico affidatogli.

Attualmente I PLEBEI sono al completo, cioè composti da portatori di due Elementi immutabili (Fuoco e Aria), altri due corruttibili (Terra e Acqua) e da un primigemio portatore del Verbo nonché Custode della Quintessenza. Eccone la composizione:

  • Calogero fu Focaluci, al secolo Vincenzo R. Palombo portatore del Verbo
  • Zibbonio Berretti, al secolo Simon Coppolino portatore del Fuoco
  • Cateno Erbolini, al secolo Mario Speziali portatore dell’Aria
  • Profezio Petris, al secolo Giosuè Parisi portatore dell’Acqua
  • Scrimezio Genesio de Tibia II, al secolo Simone Oss portatore della Terra