Riassunto Un’ora di troppo

Tutto ebbe inizio quando l’Ora doveva ancora prendere veramente vita, quella fu la genesi di ogni forma creata dal suono, un concerto musicale che ri-suonò nell’oblio dell’esistenza. Nell’attesa dell’improvvisa accelerazione del tempo, il suono si moltiplicò cercando, come potente invocazione, di trattenerlo. Il sole, che il giorno prima si mostrava ad un’ora ben precisa, sembrò farsi beffe del tempo posticipando l’alba. Il suono però era destinato ad immillarsi determinato.
L’eco della creazione crebbe in maniera esponenziale, ma successe qualcosa di inaspettato: le concertazioni si sparsero e da esse scaturirono tutte le forme d’arte. L’Elicona liberò dunque le sue Muse e dal profondo dell’oblio nacque “Il Signore del Tempo” con le sue 24 figliole.
Ad un certo punto il Signore del Tempo perse una delle sue creature nomata Timèa e per questo pianse disperato ed afflitto. Da quel momento iniziarono le avventure di Timèa, l’ora di troppo, intenta a ricercare imperterrita il suo amato padre. Mentre giocava in soffitta con le sue 23 sorelle, improvisamente svanì; proprio come tutti quegli oggetti e quei giochi che com’ella erano poco considerati.
La figlia del “Signore del Tempo” non ebbe per niente vita facile perché continuamente ostacolata e ricercata dal “Nero Cavaliere dell’Oblio” il quale, malgrado i suoi tenaci sforzi, mai riuscì a neutralizzarla definitivamente.
Attraverso molte vicissitudini, Timèa incappò in una strana nebbia azzurrognola che mieteva vittime tra gli adulti risparmiando però i fanciulli. Si diresse allora verso una locanda per incontrare l’oste Guglielmo Cancelli il quale, in qualche oscuro modo, avrebbe potuto essere implicato nel disastro che si stava palesando.
Dopo averlo incontrato, Timèa fu ingannata e circuita sia dall’oste che dai suoi collaboratori, rischiando così di perdere per sempre la propria anima. Fortunatamente, quando ormai sembrava spacciata, la nostra fanciulla fu salvata dai membri del Fulvorso. Del Signore del Tempo non v’era traccia alcuna, ma Timèa sapeva in cuor suo che presto lo avrebbe riabbracciato.

Leggi l’ultimo capitolo